Trovo molto interessante un passaggio di un libro che
ho appena finito e che vi consiglio caldamente sia per come è scritto
sia per i contenuti.
In questa tratto di racconto si l'autore spiega la differenza tra tiro istintivo e tiro mirato. Visto il contesto del libro si riferisce nel tiro con armi da fuoco, è totalmente adottabile nel tiro con l'arco.
Parla un partigiano vicentino, Luigi, che combattè tra altopiano di Asiago e a Padova; guardando come sparavano i vari combattenti dedusse una duplice natura sul tiro sul tiro:
In questa tratto di racconto si l'autore spiega la differenza tra tiro istintivo e tiro mirato. Visto il contesto del libro si riferisce nel tiro con armi da fuoco, è totalmente adottabile nel tiro con l'arco.
Parla un partigiano vicentino, Luigi, che combattè tra altopiano di Asiago e a Padova; guardando come sparavano i vari combattenti dedusse una duplice natura sul tiro sul tiro:
"La natura della mira è duplice, si può quasi dire che ci sono due mire, acquisita e infusa. Una è fatta di pazienza e disciplina, l'altra pare venga direttamente dallo Spirito Santo. La mira acquisita serve soprattutto per il tiro a segno; ma la mira infusa è seconda natura, empatia, redini fulminee con cui, flettendo un dito, si scrolla il bersaglio. Chi ha la mira infusa non sta a mirare perchè tutto ciò che spara è già premirato in cielo. Si tratta naturalmente di concetti, non di realtà empiriche: in ogni sparo concreto c'è in pratica un certo grado di mira infusa, e un certo grado di mira acquisita ; ma come noi diciamo "poeta", "oratore", "santo", così ci costruiamo i modelli ideali delle due mire. Dei miei compagni, Dante ha una grandissima mira acquisita, con un quarto d'ora di concentrazione prende qualunque bersaglio ragionevole; i modelli opporsti sono il Tar, il Finco.
Bisogna ribadire però che nel fatto ultimo , lo sparo concreto, le due nature della mira si fondono; come dire che all'ultimo momento l'intervento dello Spirito Santo è sempre necessario anche a chi ha mira a lungo. E' questo che accede quando lo sparatore, col suo occhietto socchiuso, ha aspettato pazientemente che il passaggio finisca di palpitare (perchè tutto palpita in natura, sia pure su scala infinitesimale, e le sono fatte di piccole onde); e a furia di aspettare, il momento buono arriva. E' l'avvento dello Spirito Santo che s'invoca tacitamente, in attesa che la veduta si fermi sul mirino: è la sua discesa creatrice che salutiamo tirando il grilletto."
I piccoli Maestri, Luigi Meneghello, 1964
Grande Luigi! se non ci fosse stato bisognava inventarlo .. libera nos a Teolo 😊
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