lunedì 17 maggio 2021

Le frecce in bambù

 

PREMESSA

Queste note sulle aste in bambù sono rivolte a chi almeno qualche volta si è cimentato nella costruzione di frecce di legno e descrivono principalmente l’intaglio della cocca.

Per rendere le cose più semplici per la prima volta cercheremo di procurarci delle aste già spinate e pesate.  Spinare le aste di bambù può essere un po’ impegnativo – se trovate chi lo fa per voi è meglio.

Vicino alla  cocca  avrete quindi contrassegnato  dove passa  il piano di spine ( la lineetta bianca) che coinciderà con la posizione della penna indice .  E’  utile riportare anche   magari il peso dell’asta:


Le aste dovranno essere il più possibile dello stesso spine e peso per ottenere risultati uniformi.

Non aspettiamoci però di avere  spine e peso tutti eguali: le aste di bambù non sono lavorate dalle macchine ma da madre natura e raddrizzate con il fuoco.
Come spine, peso, diametri, rettilinearità anche  le semplici aste di legno sono molto  più uniformi.

Le aste di bambù sono leggermente coniche: la parte più larga è quella dove andrà la punta, su quella più stretta verrà incollata o intagliata la cocca.

I maligni dicono che oltre a essere coniche sono anche storte:  è sostanzialmente vero,  ma volano lo stesso abbastanza dritte, certo meno precise di un’asta in carbonio.

Preferisco intagliare la cocca perché  in questo modo posso regolare la “pinzatura” sulla corda a mio piacimento.
Inoltre con alcuni accorgimenti la cocca intagliata  è molto robusta si da poter supportare anche  i carichi in flessione a cui inevitabilmente viene sottoposta praticando lo sgancio orientale  basato sull’utilizzo preponderante del pollice ( twist della corda ).

MA  le frecce di bambù possono essere anche di diametro intorno ai 6mm: se usate corde in filato naturale molto grosse per archi storici c’è il rischio che le pareti della cocca risultino troppo sottili, con rischio per la sicurezza. In tal caso usate pure cocche commerciali  di legno o plastica da incollare o selezionate aste di diametro maggiore.

L’intaglio della cocca

Le aste di bambù si possono equiparare a un tubo leggermente conico con pareti piuttosto grosse fatto con fibre molto lunghe e sottili incollate tra di loro.

Con una certa regolarità questo tubo presenta dei diaframmi dove la struttura cambia e diventa una specie di legno durissimo. Questi sono i nodi.

Se consideriamo una  tipica asta da  33” ( 84 cm)  vi troveremo 3  o  4 nodi.

Il primo nodo  sarà sempre  molto vicino  ( 1 o 2 cm ) all’estremità dove verrà intagliata la cocca ( parte più stretta).
L’ultimo nodo tipicamente è da 5 – 30 cm circa  lato punta, la parte più larga. Dipende se  ci sono 3 o 4 nodi.

Notare che i diametri sono molto variabili anche per lo stesso gruppo di aste selezionate:

per esempio prendendo 6 frecce  selezionate come spine e peso  ho misurato   all’estremità più stretta  dei  diametri variabili tra 6,5 e 8 mm.

Il canale che le aste di bambù hanno al centro  di solito  si presenta riempito di midollo leggerissimo e di nessuna consistenza meccanica.

Questo canale può essere più o meno largo. 

Bisogna levare il midollo  e  tappare il canale con un tondino di  legno duro di lunghezza opportuna.

Anche qui c’è variabilità, come  si vede nelle foto sottostanti della stessa asta:  lato cocca ( sinistra)  il canale è ben più largo che lato punta, ma non è detto che sia sempre così:

 


Per svuotare il canale dal midollo uso punte di trapano di vari diametri ( da 1,5 a 3,5 mm ) ma senza ricorrere al trapano;  di solito chiudo la punta in una morsa e ruoto la freccia a mano oppure uso un vecchio mandrino:

 

L’dea è di levare solo il midollo privo di resistenza meccanica   senza rovinare la parete dell’asta.

Il tondino di legno duro è anch’esso fatto da bambù  che può essere ricavato da stuzzicadenti o da  spiedini, a seconda del diametro che serve, scartavetrando se occorre. Ma va bene anche faggio o altro legno duro . 

Come colla per il tondino va bene tutto, dal Vinavil all’Attak alla resina bicomponente  specie lato punta.

Lato cocca forse è meglio stare su Attak e resina perché poi si può lavorare meglio.

Lo scopo dei tondini è di dare maggiore resilienza alla punta   e di permettere l’intaglio della cocca su un cilindro pieno invece che su un tubo.

Se vorrete montare punte o cocche con l’inserto conico il tondino inserito nel canale midollare vi permetterà  di  temperare a cono l’asta  senza spaccarla.

In commercio ci sono anche delle cocche in legno / corno / osso con un inserto  che deve essere inserito o incollato  dentro il canale. In tal caso l’inserto della cocca andrà a rimpiazzare il tondino ma dovrete quasi sempre scavare un canale più largo e più lungo di quello presente. 


Qui sotto alcuni esempi di tondini tappabuchi:


Che lunghezza di tondino inserire ?

Lato cocca si inserisce tutto quello che serve per arrivare al nodo, quindi massimo 1 o 2 cm. Nella maggior parte dei casi starete sotto il centimetro.

Se abbiamo 3 nodi quello lato punta  è molto distante  ( 20 – 30 cm circa ): 4 o 5 cm di tondino sono però più che sufficienti. Non serve di più e soprattutto si deve mettere  in quantità eguale per tutte le frecce.

Dopo che la colla si è asciugata possiamo  tagliare  la parte eccedente dei tondini :


Nell’immagine qui sopra c’è anche una cocca  da rifinire che presenta un piccolo problema:  il nodo era vicinissimo all’estremità e praticando l’intaglio  ho perforato il diaframma scoprendo  il canale sottostante.

In casi come questo si può ripetere l’inserimento  e incollaggio di un ulteriore pezzettino di tondino.

Per tenere la freccia in morsa ci si costruisce un semplice attrezzo  che trattenga saldamente l’asta senza

schiacciarla,meglio se lo fate con un legno dolce così si adatterà meglio alle irregolarità del bambù:


Un altro attrezzo  che ci facilita la vita è una lama “grossa” ottenuta incollando con Attack o epossidica   tre lame di seghetto da ferro – senza riempire di colla i denti ; poi  le si avvolgono con  nastro alle estremità per poterle impugnare quasi comodamente.
In questo modo potremo ottenere velocemente un intaglio largo circa 2,5 mm.
In alternativa si può usare il lato dentato di una limetta piatta ( foto a destra ) , ma si farà molta più fatica e si procederà più lentamente: 

 


Il piano dell’intaglio deve essere fatto perpendicolare al piano  in cui si è misurato lo spine della freccia.

Si  inizia facendo un taglio di guida con un seghetto a lama sottile.


Nella foto qui sotto si vede il l’asta serrata in morsa dall’alto: l’intaglio è orizzontale  e il piano di spine è verticale:


La profondità del  taglio è di 10 mm ( se sono 11 o 12 va bene lo stesso ) .

Non scenderei sotto i 10 mm perché gli archi orientali sono spesso corti, l’allungo solitamente è notevole  e di conseguenza  l’angolo tra corda e asse della  freccia è più acuto.

Specialmente se tenete  l’anello  del pollice distante dalla cocca  rischiate che la corda si trovi  in fondo all’intaglio della  cocca nella parte superiore, mentre resta fuori nella parte inferiore e ciò è molto molto male.

Questo primo intaglio può essere ulteriormente  allargato a poco meno di un millimetro usando un seghetto più grande .

Per il taglio finale uso le tre lame incollate insieme :


A questo punto possiamo praticare l’alloggiamento per la corda per mezzo di  una limetta a coda di topo che  sia all’incirca del diametro della corda dell’arco – meglio più sottile che più grossa della corda. 


Si rifinisce la parte interna  con una limetta piatta:



Poi si pratica un po’ di invito a “V” all’ingresso della  cocca  si arrotondano gli spigoli usando la stessa limetta  o una di sezione triangolare e  carta vetrata.

Non è solo una questione estetica  ma il bambù negli spigoli vivi taglia bene, quindi  ok che le corde hanno il serving, ma meglio evitare la possibilità di logorare la corda.

ATTENZIONE: il bambù si spacca per il lungo che è un piacere!

Quindi in riferimento alle due ultime foto: sono state fatte solo per far vedere gli attrezzi, ma se  dovete lavorare   l’interno della cocca per forza di cose applicherete una  forza verso l’esterno quindi dovrete  creare  una contropressione con le dita, altrimenti spaccherete la cocca appena intagliata.

Sempre per lo stesso motivo evitate di spingere la limetta tonda per allargare la sede finale della corda: lavorate invece  con piccole passate   sfruttando la parte più sottile della lima tonda  poi magari ruotandola in senso antiorario, altrimenti provocherete  un effetto cuneo  o a vite che fenderà l’asta per il lungo.

Ecco un esempio di come  controbilanciare la pressione verso l’esterno provocata dalla limetta a coda di topo.


Per avere la pinzatura della cocca  di mio gradimento   mi tengo un arco carico a fianco e la lavoro provando come va sulla corda finché sono soddisfatto.

Il risultato ancora un po’ da rifinire è questo:


Già così si potrebbe usare, ma ci sono ancora un paio di accorgimenti che migliorano sia l’estetica che la robustezza.

Il primo è quello di bagnare con una goccia di Attak a presa rapida – quello da 60 secondi non va bene -  la parte interna della cocca in modo da tappare e lisciare  con uno strato vetroso le fibre interne che sono ”sbocciate” a causa della lavorazione con la lima.

Il secondo  accorgimento  è aggiungere  una stretta legatura di filo appena sotto la cocca e bagnarlo con Attak: una volta indurita questa legatura sarà una prevenzione per eventuali fenditure.

L’importante è che sfiori il fondo dell’intaglio, fatta a qualche millimetro di distanza già non serve  più di tanto.

E  renderà la freccia anche più bella:



L’Attak è utile anche in quei casi in cui la cocca è troppo larga: mettendone una goccia in più nell’intaglio e posizionando la freccia con la punta in alto l’eccesso si raccoglie elegantemente nella metà inferiore della cocca. Una volta indurito – meglio lasciarlo lì diverse ore -  può essere lavorato per riadattare la cocca alla corda .

Non l’ho mai provato ma  volendo essere più filologici  penso si possa usare  per la finitura finale della cocca  anche la colla da falegname  ( quella animale, non il Vinavil )  usando per la legatura del  filato in  lino/canapa o tendine.

LE PUNTE

Si possono usare le stesse punte montate sulle aste in legno.

Personalmente ho sempre evitato le punte con cavità interna conica per due motivi:

-          Per il bambù il temperino deve essere di buona qualità quindi costoso  e le lame devono essere tenute   affilate perché se perdono il filo si rischia di rovinare il lavoro e  il bambù logora le lame molto più  del legno.

-        Sarò sfortunato ma il mio tasso di perdita in sagoma  per le punte con interno conico è notevole con qualsiasi colla.

Mi trovo bene e con perdite in sagoma azzerate  con le punte a pareti interne parallele con filettatura, incollate e avvitate con colla a caldo.

Il problema con il bambù è che il diametro dell’asta non è bello calibrato come  per le aste in legno.
Se invece si riesce ad avvitare in modo almeno soddisfacente, dopo averla fissata con la colla vi troverete con un bel gradino tra l’asta e la punta.  Qualcosa di molto più esagerato  rispetto alla foto seguente dove il gradino è veramente minimo ( non avevo un’asta sufficientemente sottile sottomano ): 

Quindi le vostre aste accuratamente selezionate  potrebbero essere mediamente di 11/32 ma alcune aste potrebbero essere un po’ troppo sottili   e altre un po’ troppo grosse .

Per le aste troppo grosse  si va di carta vetrata riducendo il diametro  dell’estemità .

Se l’asta è sottile bisogna vedere se riesce a impegnare,  anche se in modo non  del tutto ottimale,  la  filettatura interna. Se non ce la fa sarà necessario passare a punte da 5/16, ovviamente dello stesso peso.




In fase di estrazione dalla sagoma  il  gradino tra asta e punta prima o poi bloccherà la punta e la perderete – ricordo che se l’asta è sottile la filettatura interna non “morde” bene l’asta.

Per evitare questo guaio è sufficiente una legatura  smaltata con Attak  liquido  che costruiremo a contatto con il ferro:




Se il  gradino è  notevole si possono sovrapporre alcuni  strati parziali di filo in prossimità della punta in modo da creare una legatura rastremata .

Ultimo consiglio:  quando si estraggono le frecce di bambù tirate verso l’esterno evitando  se possibile  di ruotarle. Se proprio dovete ruotarle mettetevi con l’estrattore a contatto con la sagoma.

Le aste di bambù somigliano molto a un tubo di fibre tenute insieme da una potente “colla” vegetale.  Solo che ruota oggi e ruota domani queste fibre iniziano a separarsi a partire dall’interno.

All’esterno non si nota nulla però un giorno estraendo la freccia con le solite rotazioni fatte con l’estrattore allegramente a  una spanna dalla sagoma vi accorgete di una certa “plasticità rotatoria”: è giunto il  momento di buttarla.

Stefano